Le ghiandole salivari si dividono i maggiori (parotide, sottomandibole e sottolinguale) e minori. Svolgono l'importante funzione di produrre la saliva, la quale è importantissima sia a livello digestivo, iniziando il percorso che porta alla divisione degli alimenti che assumiamo in microelementi digeribili ed assorbibili a livello intestinale, che antibatterico.
Cos'è la parotide?
La parotide è la più grande delle ghiandole salivari; le parotidi sono pari e simmetriche, localizzate tra il padiglione auricolare e la mandibola. Emettono la saliva attraverso il dotto di Stenone che sbuca nel cavo orale a livelo del II molare superiore.
La parotide è attraversata dal il nervo facciale (VII nervo cranico), il quale suddivide la ghiandola in una regione superficiale ed una profonda, che porta fibre motrici ai muscoli mimici della faccia i quali provvedono a corrugare la fronte, chiudere le palpebre, muovere le guance e le labbra.
Sempre all'interno del parenchima parotideo sono presenti alcuni linfonodi che drenano linfa dalla regione superiore del cranio (ad esempio occhio, cuoio capelluto).
Sono frequenti i tumori della parotide?
Fortunatamente sono tumori poco frequenti, rappresentando circa il 2-3% dei tumori.
Nell'ambito dei tumori delle ghiandole salivari quelli parotidei rappresentano circa 80% dei tumori. Fortunatamente sono per l'80% benigni ed i rimanenti maligni.
Da un punto di vista istologico i tumori più frequenti sono:
- tumori benigni: adenoma pleomorfo (80%), l'adenolinfoma o tumore di Whartin; molto più rari sono l'adenoma a cellule basali, il mioepitelioma, l'oncocitoma, cistoadenoma; linfoadenopatie reattive (acute o croniche);
- tumori maligni: carcinoma mucoepidermoide (il più frequente), carcinoma adenocistico, carcinoma a cellule acinari, adenocarcinoma pleomorfo, metastasi linfonodali da tumori cutanei/orbitari (ad esempio melanomi cutanei, orbitali);
Come si manifestano i tumori della parotide?
Solitamente i tumori benigni della parotide si presentano come una tumefazione in seno alla ghiandola asintomatica. Quindi viene notata alla palpazione della ghiandola o talvolta nel sesso maschile durante la rasatura.
I tumori maligni possono manifestarsi oltre che con la tumefazione asintomatica (esattamente come i tumori benigni) con dolore in sede tumorale o peritumorale, paralisi del facciale ed infiltrazione cutanea (dolore, rossore, indurimento della cute sovrastante la ghiandola parotide). I tumori maligni possono determinare metastasi ai linfonodi del collo i quali possono aumentare di volume e presentare tumefazioni laterocervicali.
Cosa fare quando c'è una tumefazione sospetta in sede parotidea?
Lo specialista Otorinolaringoiatra/chirurgo cervico-facciale si occupa della diagnosi e terapia delle ghiandole saliveri maggiori.
Solitamente la visita procede raccogliendo informazioni cliniche obiettive sulla tumefazione (dimensioni, consistenza, motilità dolorabilità), sulla cute sovrastante, sulla cute dello scalpo, sulla motilità del nervo facciale e su eventuali tumefazioni a carico del collo (eventuali linfoadenopatie linfonodali associate).
Successivamente è di fondamentale importanza completare lo studio con indagini strumentali.
L'ecografia delle ghiandole salivari e del collo rappresenta un'indagine di primo livello che fornisce diverse informazioni utili.
Contestulmente si può eseguire un esame citologico della neoformazione che contribuisce a fornire spesso una diagnosi preoperatoria sufficientemente attendibile della natura della tumefazione (benigna/maligna, istotipo). Naturalmente, come ogni esame, anche l'esame citologico è dotato di falsi positivi/negativi, quindi non è un esame scevro da sorprese.
La risonanza magnetica rappresenta l'imaging gold standard per lo studio delle tumefazioni delle ghiandole salivari e contribuisce ad implementare e completare le informazioni per una adeguata programmazione chirurgica.
Come si trattano i tumori della parotide?
La terapia dei tumori della parotide non può prescindere da un approccio chirurgico. Come anticipato in precedenza, la ghiandola è attravesata dal nervo facciale, questo rende particolarmente delicata questa chirurgia. Durante l'intervento viene usato un sistema di monitoraggio e stimolazione del nervo facciale il quale aiuta il chirurgo a ridurre i rischi di complicanze sul nervo.
Gli interventi più eseguiti dipendono spesso dalla sede e della natura (benigna/maglina) od istotipo atteso. I più diffusi sono:
- enucleazione (asportazione del nodulo parotideo) / enucleoresezione (asportazione del nodulo con tessuto sano attorno)
- parotidectomia superficiale (esofacciale): tale intevento prevede l'identificazione del nervo facciale e successivamente l'asportazione del nodulo in associazione alla porzione superficiale (laterale al nervo facciale) della parotide
- parotidectomia totale: tale intervento prevede l'asportazione in toto della ghiandola previa ricerca e conservazione del nervo facciale
In caso di tumori maligni, oltre alla parotidectomia va associato uno svuotamento linfonodale del collo. Dopo l'intervento, in alcuni casi, può essere necessaria una radioterapia adiuvante. Nei casi di malignità e sospetta infiltrazione del nervo facciale lo stesso deve essere sacrificato.
Quali possono essere le complicanze o le sequele di un intervento sulla parotide?
1) Paresi/paralisi del nervo facciale: il danno sul nervo facciale può essere completo (interessando tutte le diramazioni del nervo) o parziale. Solitamente infrequente, nella maggior parte dei casi riguarda il ramo marginalis (ramo periferico del nervo che muove il labbro) e di solito è reversibile con risoluzione completa nel giro di settimane o mesi. Un deficit grave da lesione del tronco è relativamente raro.
2) Sindrome di Frey: tale condizione è il risultato di una reinnervazione anomala delle ghiandole sudoripare e dei vasi della cute della regione parotidea da parte di fibre nervose parasimpatiche che regolano la secrezione della ghiandola parotide. Tale reinnervazione determina iperemia (rossore) ed abbondante sudorazione della cute in risposta ad uno stimolo gustativo o durante i pasti. Solitamente può insorgere tra 1 e 14 mesi dall'intervento, può autorisolversi o necessitare di un trattamento.
3) complicanze infettive: infezione della regione operata, solitamente rarissima
4) fistole salivari: rappresenta una complicanza rara caratterizzata dalla fuoriuscita di saliva dalla zona delle ferita durante i pasti. Solitamente si autorisolve o necessita di medicazioni dedicate.
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