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Immagine del redattoreTeodoro Aragona

Vertigini


Per vertigine, dal latino vertere/girare, si intende un sintomo caratterizzato dalla illusoria sensazione di rotazione o movimento.

Le cause delle vertigini sono da ricercare nelle alterazioni del sistema dell'equilibrio o dell'apparato vestibolare, manifestazioni cliniche di un’asimmetria periferica acuta o una dismodulazione centrale acuta del guadagno del riflesso vestibolo-oculomotore (VOR).

Possono essere classificate in vertigini oggettive, quando l'illusoria sensazione di movimento riguarda l'ambiente circostante, e soggettive, quando l'illusoria sensazione riguarda il soggetto. Una delle più grandi difficoltà di chi si occupa di vestibologia (disciplina che studia i disordini dell'apparato vestibolare e le vertigini) è interagire con il paziente e cercare di individuare e categorizzare i sintomi riferiti dallo stesso i quali spesso differiscono da un punto di vista semantico con il loro significato medico. A differenza del sintomo vertigine, consideriamo come dizziness un'nsieme di sintomi come l'illusoria sensazione di oscillazione, di instabilità o di disallineamento. Tali sintomi, possono essere anche conseguenza di una patologia a carico del sistema vestibolare, ma non necessariamente.

SFATIAMO UN MITO - Considerando le suddette premesse le patologie a carico del segmento cervicale del rachide (comunemente detta cervicale) non possono essere causa di vertigini, al massimo di dizziness.

Quindi per vertigine si intende un sintomo ben preciso che corrisponde ad un'alterazione patologica identificabile nel sistema vestibolare.

Le vertigini possono essere di durata variabile:

- parossistiche: della durata variabile da pochi secondi a pochi minuti

- acuta: della durata di alcune ore o di pochi giorni

- subacute: alcuni giorni, non necessariamente consecutivi

- croniche o persistenti:

Possono essere a crisi singola o crisi ripetute, con modalità di risoluzione rapida o graduale.

Le vertigini possono essere inoltre associate ad altri sintomi, tra i quali:

- sintomi otologici come ad l'ipoacusia (calo d'udito) e/o acufeni (ronzii, fischi o rumori) nell'orecchio, in caso di patologie labirintiche (come ad esempio la Malattia di Menière, le ischemie labirintiche, ecc) o retrolabirintiche (le patologie dell'angolo pontocerebellare come ad esempio il Neurinoma dell'acustico);

- sintomi neurologici come sintomi visivi (fosfeni, transitori cali del visus, ecc), sintomi motori (paralisi dei nervi cranici, ipo - astenia, ecc), sintomi sensitivi (parestesie, ipoestesie, ecc), cefalea, cadute (ad es, nella Vertigine Emicranica;

La diagnosi delle vertigini non può prescindere da una visita visita otologica e vestibolare.

Dovrà essere infatti studiato l'orecchio medio ed interno attraverso una valutazione clinica (otoscopia, endoscopia dell'orecchio) e strumentale (esami funzionali dell'udito). Successivamente andrà eseguito un'esame vestibolare con videonistagmoscopia.

L'insieme di queste valutazioni spesso porta ad una diagnosi e ad una terapia adeguata al caso (manovre terapeutiche, farmaci, ecc). Qualora fosse necessario ad escludere alcune patologie saranno necessari esami di imaging (come la Risonanza Magnetica e/o la TC) o esami di audiovestibolari si secondo e terzo livello (come ad esempio ABR, o-VEMPs e c-VEMPSs).

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